Si estende in una valle alle pendici del Monte Pelao, tra nuraghi e domus de Janas, con accanto una cavità, la grotta Ulari, abitata dall’uomo fin dal Neolitico recente, che ha dato nome al paese. Borutta custodisce tracce millenarie della sua storia e di una lunghissima tradizione religiosa, risalente al XII secolo con l’edificazione dell’allora cattedrale di San Pietro, nel villaggio di Sorres. La chiesa sopravvisse alla distruzione del villaggio ma perse il titolo vescovile, ‘rinascendo’ a metà XX secolo con l’arrivo dei Benedettini di Parma e con la costruzione dell’adiacente monastero, unica abbazia benedettina in Sardegna. Accanto a uno dei più maestosi ed eleganti edifici romanici sardi, circondato dal verde e immerso nella quiete, i monaci offrono una fraterna accoglienza a chiunque ricerchi ‘rifugio’ dagli affanni quotidiani e momenti di raccoglimento spirituale. Emozionante è l’ascolto dei canti gregoriani e l’osservazione delle attività dell’abbazia, nonché il prenderne parte. A fine giugno si ‘vive’ pienamente l’atmosfera di spiritualità del borgo, quando Borutta celebra San Pietro con una processione accompagnata da preghiere e canti, in un tripudio di suoni ancestrali e colori degli abiti tradizionali.
